mercoledì 24 gennaio 2007

Pro pack-O

Leggere una recensione che tratti di videogiochi, spesso, è pericoloso. Se da quelle pagine, poi, si cerca di trarre un’indicazione per spendere meglio i propri soldi, ci si può tranquillamente rassegnare a terminare l’articolo senza un’opinione precisa, pensando che birra e salsicce siano un’alternativa sicura, concreta, esatta, al videogioco in questione. E lo sono comunque, non sempre, ma spesso. Perché? Primo: saper scrivere in italiano non significa saper fare il giornalista. Secondo: saper fare il giornalista (e la cosa è tutta da dimostrare…) non significa essere in grado di fare critica videoludica. Terzo: non esiste nessuno che insegna a fare queste cose insieme. Quarto: il comparto editoriale specializzato, in Italia, somiglia al Sud degli Stati Uniti prima della Guerra di Secessione, con le piantagioni (di cotone o tabacco poco importa) gestite a nerbate. Va detto che, in questo panorama, chi ha investito, chi si è preso la briga di osare cercando qualità e competenza, qualche risultato è riuscito a portarlo a casa. Chi si è circondato di “yesmen”, non è stato in grado selezionare collaboratori capaci (quindi potenzialmente pericolosi in termini di cadrega), non ha creduto nel marketing o ha pensato che anche quello funzionasse a suo piacimento (quando invece esistono regole chiare come formule matematiche), è rimasto al palo. L’industria dei videogiochi in Italia sta cambiando, cresce, matura. E si sterilizza. Lascia da parte improvvisazione, pressappochismo e anche un poco di passione, acquisendo di contro sostanza e qualità. La stessa cosa dovrebbero fare gli editori specializzati, o per lo meno quelli che non hanno ancora capito che Internet, fonte suprema di informazioni gratuite, aggiornate al secondo (e quindi letali per chi esce in edicola una volta al mese), si è mangiata una fetta enorme dei loro lettori; che non basta un bel pacchetto: sono necessari contenuti. Ben scritti, chiari, professionali. E non è nemmeno detto che si riesca ugualmente ad avere successo. I lettori, di base i clienti che acquistano un prodotto qualsiasi, devono imparare a conoscerlo o, almeno, averne la possibilità. Questo significa una riga fondamentale nel piano marketing: budget pubblicitario. L’industria dei videogiochi in Italia sta cambiando, cresce, matura. Acquista spazi su radio e Tv. Se qualche anno fa, per scriverne, bastava la passione verso i videogame, oggi non è più così. Se qualche anno, fa per vendere riviste, bastava essere in edicola con copertina e carta di qualità, oggi non è più così.

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