giovedì 28 giugno 2007

Delirio portatile

Recentemente mi sto interessando di videogame per cellulari. Non è che mi sono rincoglionito tutto di colpo. E’ piuttosto una questione di disordine, nel senso che non so più dove ho cacciato il mio Ds e, passando sul treno un sacco di tempo, ho necessità di avere qualcosa da fare in alternativa a leggere, dormire o ascoltare musica. Ebbene, c’è un sacco di roba interessante e stimolante anche sui telefonini, partendo dai classici riesumati dal sottoscala del Tempo fino alle cose più nuove, dagli sparatutto ai gestionali. A questo aggiungo che mi interessa anche in un’altra ottica: quanti cellulari ci sono in circolazione nel mondo? Quante console? Occhio e croce sono di più i cellulari… In più: quanto costa sviluppare un gioco per console o Pc e quanto costa farlo per un cellulare? Sicuramente molto meno. Unico neo in tutto questo è che gli sviluppatori, basando la distribuzione di questi prodotti fondamentalmente sulla digital delivery, finiscono per cadere vittime della pirateria e del P2P. Il mercato del gaming pesa, a livello europeo, un bell’8% tondo del totale del mobile content. Apparentemente è poco, ma se consideriamo che il totale vale oltre un miliardo di euro (comprendente tutti i contenuti, dalla musica ai servizi di comunicazione e community, dall’infotainment alla Mobile Tv su Dvb-h e altro ancora – dati School of Managment, Politecnico di Milano) si capisce quanto il business sia notevole. Diversamente EA, Ubi Thq e molti altri non si sarebbero gettati a pesce nel settore. Ma il discorso per gli indipendenti è differente. Se per le major si tratta semplicemente di un altro mercato, un nuovo canale sul quale immettere i loro prodotti, per gli indipendenti potrebbe diventare un core business redditizio, anche se in effetti non lo è perché sono troppo occupati a cercare e acquisire risorse per continuare a lavorare sui giochi. Esempio Massive Entertainment: questo studio, acquisito da Vivendi, ha firmato la bellissima serie Ground Control su Pc. Tra la prima e la seconda uscita sono passati la bellezza di quattro anni, spesi a lavorare sul progetto e, contestualmente, a occuparsi di grafica computerizzata per la pubblicità, per il cinema e la tivù. In occasione della presentazione di GC2 intervistai uno dei boss di Massive. Mi confessò che avrebbero fatto volentieri a meno di “perdere tempo” con tutti quei progetti che non avevano niente a che vedere con il loro focus principale ma che vi furono costretti per non chiudere. Rischioso ma necessario. Rischioso. Infatti, nel frattempo, il brand si era raffreddato. Ok, gioco Pc=soldi grossi, ma è tutta una questione di prospettiva. Che tu sviluppi su cellulare o su 360, i dipendenti devi pagarli in qualche modo. Perché in Italia si sviluppa poco? Perchè, come dice Leone, “non ci stanno le sòld”. E chi anche ne ha d’avanzo non li investe in questo mercato perché non ha convenienza. Altrove, invece, questi investimenti sono detraibili e in più lo Stato crede nella tecnologia e nei giovani, li finanzia e supporta. Fico il gioco su cellulare, e costa anche poco…

giovedì 21 giugno 2007

Ultim'ora

Da www.corriere.it: - Il ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, ha deciso (…) di intervenire per bloccare la diffusione del controverso videogioco, il cui lancio in Italia era previsto il 13 luglio. Il gioco in questione più che violento è «definibile crudele e sadico, con un'ambientazione squallida ed un continuo, insistente incoraggiamento alla violenza e al'omicidio» ha scritto il ministro in una nota. Gentiloni ha chiesto alla società di distribuzione Take Two di annullare la data prevista per il lancio in Italia e contestualmente ha chiesto all'Isfe, l'organismo associativo europeo che riunisce i produttori di videogiochi, di affrontare il tema a livello europeo. -

Ciò che il corriere.it non dice, e non lo fa nessuno altro, è a cosa corrisponda concretamente la richiesta di Gentiloni a Take 2.
Se è una semplice domanda, c'è il proverbio che risolve tutto ma non impegna a fare nulla: "domandare è lecito, rispondere è cortesia". E siamo tutti liberi di essere scortesi, volendo.
Se la richiesta è invece corredata da un'ingunzione di qualsiasi Tribunale, allora è tutta un'altra fazenda.

Va anche sottolineato che l'Isfe, dal canto suo, aveva già provveduto a valutare (tramite Pegi) Manhunt 2, prevedibilmente con un bel "+18". Non capisco bene come ora, dopo aver detto che il gioco, per quanto violento e blablabla, fosse "suitable" per i maggiorenni (quindi commerciabile) l'Isfe possa dichiarare qualcosa del tipo "scusate ci siamo sbagliati, nessuno dovrebbe comperarlo".

Forse Gentiloni non sa che all'Isfe aderisce anche Take 2; se lo avesse ricordato, probabilmente, non avrebbe chiesto niente a nessuno e sarebbe andato in Tribunale direttamente.

Furbetti del giochino e coglioni senza tempo

Negli ultimi giorni si parla molto di videogiochi. Non certo a paginate, ma in piccoli trafiletti, qua e là, marzullianamente “piano piano come piace a noi”. Il problema è che non se ne parla bene.


Caso n.1: Manhunt 2.
Accusa: troppo violento e disturbante.
Condanna: divieto di commercializzazione in Inghilterra e (plausibilmente) Irlanda dove il titolo è in fase di valutazione.

Strano. Proprio nel momento in cui T2, a causa di qualche problemino (vedi perdite nette per 50 milioni di $ e ricavi in calo di oltre il 22%) sforbicia il suo managment europeo (Italia compresa) e avoca alla sede di Ginevra tutto il marketing e la comunicazione, arriva la bomba che traghetterà la compagnia americana fino all’uscita di GTA 4.
La domanda ora è: con un ban grosso così appiccicato alla reputazione di un titolo già notoriamente controverso, il giocatore medio inglese, notoriamente incline a spendere abbastanza per i videogiochi, quanto potrà desiderare di averne una copia, magari acquistata su Internet o altre vie commerciali? E quanto potrà crescere l’hype negli altri Paesi che, sulla scorta dell’esempio british, si prenderanno la briga di esaminare il gioco? Quante campanelle faranno salivare i cani di Pavlov?


Caso n.2: Law & Order
Accusa: presenza di un’immagine che ricorda una tragedia.
Condanna: pending, ma in Usa ne è stato chiesto il ritiro.


Strano anche qua. Ed è strano che queste cose siano strane. La mamma di un bimbo, ucciso da due amichetti (ripresi da una videocamera di sorveglianza) ha mosso i primi passi per chiedere il ritiro del titolo dagli scaffali perché, nel gioco, ci sarebbe un’immagine che ricorda quella che ha consentito di arrestare i giovanissimi assassini. Ora, premesso il rispetto dovuto a chiunque sia stato colpito da una tragedia di queste proporzioni, dubito fortemente che la signora sia un’appassionata di videogame, segua tutte le uscite e le preview di un mercato schizofrenico come quello dei videogame. Qualcuno le ha mandato la notizia. Qualcuno le ha mostrato l’immagine. La domanda sbagliata è “Chi è stato?”, quella giusta potrebbe essere “era davvero necessario citare la realtà in modo così preciso?”. Francamente non lo so…


Penso piuttosto che dopo aver inseguito l’attenzione dei media per anni, una volta raggiunto l’obiettivo di debba utilizzare il risultato nella maniera migliore, evitando cadute di stile (leggi: coglionate) di questa entità. E non mi vengano a dire che c’è la libertà d’espressione, che è tutta una questione di fantasia, che il videogioco non riprende il reale. God of War non è reale. Ray Man non è reale. Law & Order, così come C.S.I. (stesso produttore, Legacy Games, ma publisher e distributore diversi in Italia) o i titoli basati sulla Guerra del Golfo si.


Ad majora.

venerdì 15 giugno 2007

Long time no see!

Dunque-dunque… quant’è che non scrivo niente qui sopra? Diciamo un mesetto? Faccio i conti: due settimane di varicella-maledetta-lei che fatta (il dottore dice “contratta”. Dissento. Due settimane a letto? Contratta un ca22o!!!) alla mia età non è la tradizionale e proverbiale passeggiata di salute + una settimana passata a ingrassare in Irlanda al Rory Gallagher International Tribute Festival + una settimana di giramento di palle ed ecco fatto = Un mese. Novità? Boh, si e no. Niente di rivoluzionario, anche se preferisco parlare solo ed esclusivamente quando ho notizie certe, sicure. Diciamo che, in un modo o nell’altro tornerò a occuparmi di videogiochi un po’ più da vicino grazie a gamesushi. Cercatevelo in rete se vi va, che oggi è venerdì e mi girano le palle.
Per quanto riguarda la band, siamo finalmente in vista dei primi concerti. Abbiamo risolto il problema del nome (almeno temporaneamente), ma non sono certissimo che tutto il resto sia andato a posto. Il giudizio sulle nostre prestazioni, plausibilmente, dipenderà da quanta birra ci scoliamo io e il Davo prima di salire sul palco. E anche dopo. Vedremo di registrare le date. Considerando che nei rispettivi giorni seguenti ho due bei run da fare con il Varese Chapter, Ticino e Portofino, converrà andarci cauti con la birra.
Oddio, conviene sempre andarci cauti specialmente quando si è a dieta e specialmente quando si è già fatta una bella "cura di bellezza" all' irlandese con carne, patate e guinness a litrate… Marò, che poeta. Sul giro nel Donegal, i concerti, le fatine irlandesi, la guinness, la rissa che ho rischiato di scatenare in un pub (colpa del Davo che mi faceva gli scherzi dell’asilo), la poca pioggia, il verde e le lacrime che mi nascono spontanee ogni volta che torno nell’isola di smeraldo (siamo a quota 7/8, non mi ricordo bene) sto scrivendo qualche riga a bocce ferme, come faccio sempre, lasciando che idee/ricordi/suggestioni tornino su come il brasato. Continuo ad avere una voglia esagerata di saltare in sella alla mia bambina e macinare chilometri, ma le ultime settimane sono state impegnatissime (guarire, lavorare, ingrassare, incazzarsi) e l’ho accesa poco. Giustamente adesso piove.