mercoledì 10 gennaio 2007

Fantasylandia

Dagli appunti di Carl Nilsson Linnaeus, a.k.a. Carl von Linnè, a.k.a. Carlo Linneo, naturalista svedese. Qualsiasi incoerenza temporale, riferimento a fatti, persone, animali, fiori, nomi di città, sistemi economici, filosofi, dicks&decks realmente esistenti e/o esistiti è puramente casuale.

Fantasylandia, un mondo a parte.
Nel corso dei miei viaggi per il mondo è capitato in ben più d’una occasione d’imbattermi in luoghi curiosi e misteriosi, spesso abitati da creature affascinanti, a volte persino da mostri. Nulla di quanto avevo visto fino ad allora, però, mi aveva preparato a quella che sarebbe stata l’esperienza vissuta a Fantasylandia. E di cose, io, ne avevo già viste un bel po’… La natura lussureggiante dell’isola, infatti, unita all’indole apparentemente paciosa e serena degli indigeni, porta lo studioso, o a chi decide di trasferirvisi, a ritenere di aver trovato il Paradiso sulla Terra, una valutazione che con il passare delle stagioni tende inevitabilmente a mutare e spinge a nuove esplorazioni, a volte anche verso l’ignoto, comunque e inevitabilmente il più lontano possibile. Gli abitanti di Fantasylandia, che sulle prime ricordano per certi versi il “buon selvaggio” enunciato da Rousseau, ad uno studio più attento rivelano una natura molto più complessa. Essi vivono con il solo obiettivo di gratificare chi li comanda attraverso le proprie prestazioni professionali (in alcuni casi anche sessuali ma si tratta rari e singolari di riti di passaggio), nell’illusione che all’interesse della tribù corrisponda quello dei singoli. Per quanta fedeltà e abnegazione essi dimostrino, infatti, in cambio ricevono solo il minimo per la sussistenza e qualche perlina colorata.

La struttura sociale: Fantasylandia si basa su un sistema di caste che ricorda quello vigente nell’India dei maragià durante il dominio coloniale britannico. La differenza risiede nel fatto che a Fantasylandia il sistema di caste è “aperto” almeno in una direzione: verso il basso, nel senso che gli appartenenti alle caste superiori possono scendere. Difficilmente viceversa. Sul primo gradino della scala sociale si incontrano quindi gli “in-tock-a-billy”, esseri comunque produttivi, ma che sono tollerati dal resto della comunità con un certo fastidio. In questa casta vengono infatti collocati gli individui che a vario titolo hanno fallito missioni, mancato di rispettare le ferree regole imposte dal capo-tribù o dal “consiglio degli assenti” ed enunciate nel Popol Vuh (o Libro del consiglio), hanno genericamente commesso peccato mortale (definito dal capo tribù a seconda di come gli gira) o più semplicemente hanno sviluppato un’opinione propria discordante con quella della tribù e hanno avuto l’ardire di renderla pubblica. Molto spesso il dissidente propone miglioramenti anche efficaci, ma competenza e indipendenza sono considerati difetti che da quelle parti conducono velocemente all’isolamento sociale. Il metaforico scivolo che conduce a questa metaforica fossa è altrettanto metaforicamente ben lubrificato e si appoggia quindi sull’assunto che, nel sistema sociale di Fantasylandia, non esiste redenzione. Un gradino più in alto, ma paradossalmente estranei al sistema delle caste e quindi laterali, ci sono gli “onesti”. Di norma, essi sono gli elementi più giovani della società che non hanno ancora potuto farsi valere o fallire, e quindi non appartengono ancora a nessun gruppo sociale. Più su troviamo la casta maggiormente dinamica, quella dei cosiddetti “uan-na-bee”, che si scontrano quotidianamente in prove di prove di forza e di combattimento (denominate “hor-da-liah” o “ba-cst-a-bin”) per mettersi in luce agli occhi dei capi-guerra. Si tratta degli individui che hanno raggiunto la maturità sessuale e che, dopo averne mangiate diverse, hanno cominciato a capire che le perline colorate non forniscono nutrimento e irritano l’intestino, specialmente nella sua parte finale. Per questo motivo, costoro desiderano ardentemente accedere ai benefici della casta superiore. Appena sopra, ma in posizione dominante rispetto agli “uan-na-bee”, ci sono gli “ill-uhminaty”. Si tratta di una casta religiosa dedita al rispetto maniacale delle direttive emanate dal “consiglio degli assenti”, in pratica i grandi sacerdoti che officiano la sacra cerimonia della “mobbha” – vedi oltre – e che aspirano alla carica di capo-guerra. Questi ultimi, cosiddetti “nah-ni-bag-onghi”, appartengono alla ristretta elite di ex “uan-na-bee” che godono dell’assoluta fiducia del capo tribù e siedono all’interno del “consiglio degli assenti”. La carica è ambitissima, si tratta infatti di un titolo semi-nobiliare e vitalizio, che garantisce una grande quantità di privilegi: a partire da quello impagabile di non osservare le rigide leggi emanate dal “consiglio degli assenti” stesso fino allo jus primae noctis. Sopra ai “nah-ni-bag-onghi” c’è la figura dominante del nano-Tatoo. Molti studiosi tendono ad assimilare la sua carica a quella del Grande Puffo, altri a quella di Tom Hagen, altri ancora non hanno un’idea precisa su come definire questa ineffabile e sfuggevole figura ma suggeriscono di guardare in fondo alla tazza, prima di tirare lo sciacquone, o di cercare Childerico III su Wikipedia. Utilissimo al capo tribù per mantenere lo status quo di un contesto sociale caratterizzato da tensioni fortissime, il nano-Tatoo ha visto via via ridursi la sua importanza a Fantasylandia ma mantiene tuttora una inattaccabile posizione nel “consiglio degli assenti” grazie al supporto che fornisce al capo tribù in oscuri rituali divinatori che, periodicamente, si tengono lontano dalle coste di Fantasylandia. Sopra al nano-Tatoo c’è solo il capo-tribù che si fregia del titolo di Mr. Rork, un titolo nobiliare che si tramanda per linea di sangue. Una volta incoronato, il Mr. Rork esercita il suo potere come un sovrano assoluto, per quanto la presenza del nano-Tatoo e del “consiglio degli assenti” faccia pensare ad una forma primitiva di monarchia costituzionale, e tiene un contegno improntato strettamente al concetto di genio e sregolatezza (in realtà nel corso dei secoli le mansioni del Mr. Rork di Fantasylandia sono molto mutate) tendendo però più verso la seconda caratteristica.

La religione: a Fantasylandia vige una di religione di Stato che pone al centro delle cerimonie, dopo Mr.Rork nella versione Ku-Kul-Kan il serpente piumato a due teste da alcuni identificato con il cielo, quello dello ”iùro” cui si offrono ingenti sacrifici umani, specialmente dopo una stagione di raccolti poco soddisfacenti.

Le cerimonie: il libro del “Popul Vuh” rimane ancora un mistero insieme alle cerimonie che disciplina, ma durante le nostre osservazioni siamo riusciti a identificarne qualcuna. La più articolata è quella che sancisce il passaggio di casta. Per quanto il Mr. Rork possa apparentemente perdonare chi lo ha deluso, il resto della tribù tenderà a emarginare lo sventurato che verrà incluso nella casta degli “in-tock-a-billy”. Questo processo è governato da due cerimonie religiose importantissime che avvengono in sequenza: la prima è l’orgia del “kalchi-n-koolo”, seguita immediatamente dal rito del “tharalluhchi-a-vinnoh” cui partecipano solo le caste più elevate della tribù. Successivamente ha luogo una terza cerimonia, molto più complessa, che coinvolge tutta la comunità e che, condotta dagli appartenenti alla casta degli “ill-uhminaty”, è detta “la-mobbha”. I sacrifici umani, invece, sono una caratteristica delle civiltà primitive che, cresciute troppo in fretta, non sono state in grado di gestire oculatamente il progresso e hanno sperperato le risorse accumulate. Per questo motivo, nei momenti di crisi, “consiglio degli assenti” decide di sacrificare alla divinità un certo numero di appartenenti alla tribù, quantitativo che cresce a seconda dell’intensità e della durata della crisi. La cerimonia, denominata “hlev-t’e-mie-zz” o nelle parti settentrionali dell’isola “foe-rahd-ahi-bal”, è sempre piuttosto movimentata e non di rado drena ulteriormente le riserve della comunità, che accompagna al sacrificio anche una serie di offerte votive.

L’economia: il sistema economico di Fantasylandia si basa sullo scambio degli artefatti, prodotti dall’ingegno degli indigeni, con derrate e oggetti di valore che vengono ridistribuiti dal “consiglio degli assenti” secondo misteriosi criteri enunciati nelle pagine segrete del “Popul Vuh”. La tipologia degli artefatti da realizzare viene definita dal consiglio durante alcune cerimonie altrettanto segrete cui partecipano solo le caste più elevate (talvolta persino gli “ill-uhminaty” non vengono coinvolti) che non hanno comunque diritto di voto. Con il passare dei secoli, la qualità degli artefatti prodotti è andata peggiorando e l’intero sistema economico di Fantasylandia ne ha sofferto, costringendo la tribù a un numero crescente di sacrifici umani e a cambiare la sua natura, da gruppo sociale stanziale a nomade.

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