martedì 14 agosto 2007

Stamattina

Fatto sta che stamattina, al semaforo, sono lì bello pacioso e tutto cromato che aspetto il verde, quando mi affianca una di queste frecce della malonza. Già non sopporto che non gli si vede la faccia con quei caschi integrali dell'osti, poi fa un caldo della malora e lui è lì, chiuso dentro nella sua tuta di pelle rossa che sgasa come un tamarro.

Avrà un bel po' di caldo, penso... forse è per questo che è nervoso.

Vrom, vroom, vroOom.

Cosa vuole, far la gara? Ma cos'è, ritardato?
Ovviamente l'ho cagato zero e lui è partito con addiritttura un po' di burnout

Così come io non capisco perchè si debbano spendere migliaia di euro per vivere un brivido da 300 all'ora, uno smanettone non capirà mai la bellezza di (cito da un forum) "cavalcare dei trattori su due ruote, ricercandosi ogni giorno come vacche di un' unica mandria".

lunedì 13 agosto 2007

Tanto per dire.

La sola ragione che trattiene la maggior parte dei musicisti rock dall'affondare nell'analfabetismo integrale è la necessità di leggere il manuale d'istruzioni della loro Mercedes.

Gary Trudeau

venerdì 3 agosto 2007

Alt un attimo...

vedi www.eldacar.blogspt.com - Non è che adesso chiunque crei un soldatino futuristico (quindi invariabilmente dotato di googles multicolore e maschera che gli consente di respirare un qualche tipo di gas) deve per forza aver rubato l’idea a qualcun altro. Nello specifico, posto che a me i Guerrilla stanno un po’ sulle palle, non sono così convinto che abbiano rubato l’idea ad altri e per alcune ragioni. Nel cinema, e specialmente nei videogiochi, funzionano gli stereotipi: sono efficaci e servono a veicolare all’utente una serie di informazioni-base, in modo rapido e inequivocabile, visto che in una frazione di secondo il giocatore deve capire se chi ha davanti è un Buono oppure no. Il nero e i colori scuri rappresentano il Male, le tinte vivaci e i colori chiari, il Bene. Easy. Con l’andare del tempo i contorni si sono sfumati e grazie a protagonisti borderline – Jena Plissken al cinema o Sam Fisher nei VG, giusto per citare i primi due che mi vengono in mente – nero, tatuaggi, orecchini o barba lunga sono diventati “cool factors” e non più elementi per identificare gli antagonisti dell’Eroe. Prima di Snake non fumava nessuno, con lui le sigarette sono addirittura diventate strumento di gameplay (ma nelle soap opera è ancora Vietato Fumare). Fortunatamente l’armadio degli stereotipi offre ancora qualche alternativa. Il Cattivo è, di solito, senza volto, un burattino su cui non vale la pena trasferire alcun processo emotivo, se non il feroce desiderio di abbatterlo. Diverso è il boss di fine livello, ma questa è tutta un’altra storia. Per quanto riguarda gli Hellgast, vestiti così, potrebbero anche sembrare un qualsiasi corpo speciale tipo S.W.A.T. Sono Buoni o Cattivi? Sono Bene o Male? Cos’è che ci dice, a colpo d’occhio, che appartengono alla seconda categoria? L’elmetto: esercito tedesco, Seconda Guerra Mondiale. Il Male Assoluto. Lo stereotipo degli stereotipi senza andare a scomodare il Giappone che comunque pesca anche lui da lì. Aggiungo che i Guerrilla sono olandesi e che con quegli elmetti hanno avuto a che fare un bel po’, come noi d’altronde (come tutti in Europa 70 anni fa), ma da noi non c’è nessuno che finanzia lo sviluppo di videogiochi…

Ps: a conferma di tutto. L'immagine che pubblico riporta non già un elmetto ma un casco da motociclista, per chi vuole avere un'attitudine "badass" e da vero cattivo. A me sembra più una roba da "jackass", nel senso di somaro, un casco del genere non lo indosserò mai...

giovedì 2 agosto 2007

Pensa te...

Scopro, non senza una nota di amarezza mista a ironia, che c’è della gente (suppongo mentecatti) che arriva a pagare qualcun altro perché, giocando, si prenda cura del suo avatar su Second Life o WoW. La professione dell’avatar sitter arriva a generare la bella sommetta di 1000 euro al mese, di più di quanto porta a casa uno stageur medio non-Nobel. Va là che siamo veramente messi bene! Che abbia ragione Elton John? E se, perso ormai il lume della ragione nelle pieghe più oscure e recondite della Rete, spegnere Internet per 5 anni non fosse poi tanto una cazzata?
Siamo seri, Elton. Internet serve per lavorare e, ormai, al mondo per girare. Certe cose sono provocazioni simpatiche, un metaforico paio d’occhiali con piume e strass che possiamo indossare ogni tanto giusto per dire che le cose potrebbero essere diverse. Logico che potrebbero. Basterebbe stravolgere completamente l’intero tessuto della realtà così come la conosciamo e far tornare ai livelli di 60 anni fa la circolazione di persone e cose. Niente male davvero.
Poi però succede che sento ‘ste cose degli avatar sitter a 1000 euro/mese (ma ci sono anche “sarti” a 300e/m, “architetti” a 500 e “fotografi” a non so quanto…), che leggo degli attacchi terroristici su Second Life, contro il “regime dittatoriale dei Linden”, che generano morti virtuali e mi fermo a pensare. Ma si, dai. Spegniamo tutto ‘st’ambaradàn schifoso che non si capisce più un cazzo! Rallentiamo un attimo e pensiamo di più da uomini in carne e ossa.
Insieme ad altri, che non possono che essere definiti pionieri, sono stato tra i primi a giocare in rete con il Pc a qualche cosa (Trade Wars, a fine anni ’80, addirittura su Bulletin Boad System, la mitica hal BBS di Varese, c’è un sito memoriale www.halbbs.it), a tuffarmi nel cyberpunk divorando Gibson e sognando impianti neurali con cui vivere la realtà virtuale “da dentro”. Con il Pc mi sono divertito, emozionato – strano ma possibile – e ho anche conosciuto di persona un po’ di gente. Era un periodo nel quale tutto sembrava possibile e forse lo era anche, un momento particolare, come sanno essere particolari solo gli anni dell’Università.
Dove vado a parare? Oggi non lo so mica, sarà che è il 2 di agosto, domani è l’ultimo giorno di lavoro prima delle ferie e non c’è una mazza da fare o forse che mi sono ricordato di avere a casa Comman & Conquer 3 per 360 e di non avergli ancora dato un occhiata. Sono uno stronzo? Ecco qua.