giovedì 1 marzo 2007

Dichiarazione d’Amore verso un mito...

In attesa del mio primo run ufficiale, riprendo dal sito del Varese Chapter le belle parole scritte dal Raffy. Condivido al 1000% e aggiungo che anch'io, malgrado non abbia le pedane del passeggero, non viaggio mai solo.

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"E’ un po’ datata, ma sempre estremamente attuale una frase riportata su patches e gadgets vari marchiati Bar ’n’ Shield: “If I’d to explain, you’d not understand”, se dovessi spiegarti, non capiresti… Frase semplice, diretta, proveniente, sine dubio, da mente forgiata nel crogiuolo della vita biker americana. Battuta banale, senza possibilità di replica dietro cui si celano emozioni, usi e costumi, comportamenti, ideali, desideri, valori e ambizioni che affondano antiche radici nel profondo di quella miscela di passioni e raziocinio qual è l’animo umano. Impresa ardua la mia; tentare di spiegare un concetto che esiste a prescindere dalla sua spiegazione: la “moto” va vissuta, non spiegata, semmai raccontata. D’accordo, ogni passione che si rispetti nasce da qualcosa che si ha dentro, coltivata e accresciuta dall’ambiente che si decide di frequentare, ma qui stiamo parlando di qualcosa che si spinge ben oltre a tutto ciò. Con tale affermazione non voglio sminuire tutte le altre passioni: ognuna di esse racchiude la nobiltà che rende la vita di un essere umano degna di essere vissuta (…piuttosto collezionate tappi di bottiglia, ma dedicateVi a qualcosa che vada al di là dei doveri che ci siamo imposti!!!). Qualcuno può obbiettare, asserendo che comunque qualsiasi tipo di due ruote dotata di sistema propulsivo possa regalare e garantire la libertà ed il piacere racchiuso in essa. Vero. E’ già tantissimo, ma per me, per Noi, non abbastanza. L’Harley® ti porta nella Storia, nella Leggenda e ti invita a farne parte. E’ la casa motociclistica più longeva, non ha mai cessato la sua attività: quest’anno Willie G. ha spento centotre candeline. Ha attraversato momenti cupi e si è sempre risollevata. E’ stata capace di adattarsi a qualsiasi epoca, cercando sempre di dialogare costantemente con la sua “base”. Ha capito quanto fosse importante per sé stessa e per il suo “popolo”, sviluppare il complesso sistema Uomo – Macchina: l’H.O.G.® è il club motociclistico ufficiale direttamente legato alla casa madre più numeroso al mondo. Chi compra un Harley® entra a far parte di una grande famiglia ove il senso di appartenenza e lo spirito di gruppo sono indissolubilmente legati a filo doppio, nero & arancione, all’esaltazione dell’Individuo e alla sua voglia di distinzione. Esagerato? Troppo entusiasta? Cercate una foto di qualche velocipede a motore dei Vostri bisnonni: ciò che Vi colpirà saranno pochi elementi. Pochi elementi essenziali: un motore, ben in vista, due ruote, un meccanismo per trasmetterne il moto ed un semplice telaio per tenere insieme il tutto. Osservate un Harley Davidson® di oggi: la tecnologia moderna ormai è entrata prepotentemente nel suo intimo, ma il sostantivo che forse le appartiene di più è essenzialità (anche se l’oggetto del Vostro rimirar fosse un’Ultra). Solo il motore così sfacciatamente in evidenza, può essere assimilato a scultura moderna. Ieri come oggi. Tornando alla foto, vicino a tale distillato, ci sarà sicuramente un tipo fornito di smagliante sorriso che va da un orecchio all’altro, che indossa probabilmente indumenti prestati da qualche parente dedito a qualche sport equino, riadattati alla bisogna. Erano i primi uomini a cimentarsi con qualcosa di unico, qualcosa che qualcuno aveva sognato e qualcun altro od il medesimo aveva tradotto in pratica. Erano pionieri. Pionieri come chi, qualche manciata di anni prima, nel bene e nel male, aveva attraversato l’America, dal Far East al Far West. E allora il pensiero segue immediatamente la direzione che ci porta a ricordare quanto sia fondamentale per l’Essere Umano ricercare, scoprire ed emozionarsi. Il ricordo vola verso quei pionieri, quegli esploratori, uomini con la mente persa nei sogni, uomini dalle forti ambizioni, alla continua ricerca di nuovi mondi, che siano, ieri, un’isoletta sperduta nell’Oceano, una nuova vetta da conquistare o che siano, oggi, nuovi pianeti e corpi celesti o antiche rovine di civiltà sepolte sotto km. di acqua salata. Un Harley Davidson® è impastata di Storia, di storia di Uomini e di Donne. E’ sintesi di anni di Kustom Culture americana; è permeata dalla polvere dei primi circuiti percorsi a manetta spalancata da splendide borghesi cruiser, trasformate in altrettanto magnifiche grezze e ruspanti racer, immolate sul sacro altare della bobberizzazione. Odora di Happy Days, di Gioventù Bruciata e di American Graffiti, di Hells Angels di quel sacramento di Sonny Barger e di tutti gli one percenters del pianeta. Trasuda visionaria e lisergica attitudine chopperistica dei tardi Sixties e dei controversi Seventies. E’ mistico viaggio che solca la Route 66, rimbalza come la pallina dei vecchi flippers tra le perversioni di William Burroughs e la sotterranea voglia di perdersi in malate storie di Jack Keroauc per ritrovare, infine, sé stessi sul ciglio di una statale con le mani sporche di grasso ed il sapore di crudo di Parma in bocca… E poi. E poi l’Harley® è compagna di vita. Ogni suono, ogni gesto che proviene da Lei e dal suo mondo ti fa passare la fastidiosa emicrania da stress causata dai vari rompicoglioni con cui hai a che fare tutti i santi giorni. E’ un dito medio piazzato in faccia a chi ti ricorda costantemente solo i tuoi doveri e i suoi diritti; è lo sguardo meravigliato dell’innocenza di un bambino che Vi guarda dal finestrino, lo sguardo eccitato di sua madre e lo sguardo invidioso di suo padre. E’ un calcio assestato nel basso ventre alla mediocrità di sciabattanti soprammobili che a trent’anni ne dimostrano settanta. La tua HD è sempre lì ad aspettarti ogni volta che la Vita è pronta a prenderti a calci in culo, ogni volta che un Amore finisce, ogni volta che qualcuno decide che qualcun altro deve partire per non tornare più, ogni volta che tu sei depresso od entusiasta, nervoso o serafico, ogni volta che ci sia da festeggiare un successo o che sia un momento da Fuck The World… Qualcuno avrà notato che ho sempre le pedane del passeggero abbassate, anche se viaggio solo. Mi piace pensare che le emozioni che vivo possano essere condivise anche da qualcuno che ha raggiunto dimensioni diverse dalla nostra; el me papà non ha mai pensato di conoscere e comprendere la motocicletta: spero che, lassù si sia ricreduto… No ragassuoli, non è una via di fuga. Fuggire non serve, tanto devi tornare. L’Harley è uno specchio. Lo specchio in cui rifletti te stesso, le tue emozioni, pronta a farsi plasmare e trasformare in mille e più modi diversi mantenendo comunque intatta la sua identità di Regina della Strada. Il Chapter è il luogo ove impari o affini, se già la possiedi, la capacità di aggredire un problema moltiplicandolo in più piccole frazioni, maggiormente “digeribili” e come ogni aggregazione umana è scuola di vita. Voltaire diceva:«Ho deciso di essere felice, perché fa bene alla salute». Percorrere la via verso la felicità su di un’Harley® ne amplifica il concetto. Cosa spinge una legione di Hoggers, di anno in anno sempre più nutrita e numerosa, a raggiungere la East Coast italiana in quel di Rimini, sede dell’HOG® Inverno, sfidando le insidiose armi del Generale Inverno, intabarrati come Esquimesi, goffi come orsi polari, impavidi, senza macchia, senza paura come moderni Cavalieri di Ventura, fuori dallo spazio, fuori dal tempo, dentro una magica e ovattata dimensione alla ricerca di sé stessi, quando “fuori piove un mondo freddo” ed “in giro c’è nessuno”? Se dovessi spiegarti… Come sempre: Be Proud and Be Happy. Orgogliosi di appartenere al Vostro Hog® Chapter. Felici di cavalcare l’unica motocicletta al mondo che abbia un’anima…"

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