giovedì 21 giugno 2007

Furbetti del giochino e coglioni senza tempo

Negli ultimi giorni si parla molto di videogiochi. Non certo a paginate, ma in piccoli trafiletti, qua e là, marzullianamente “piano piano come piace a noi”. Il problema è che non se ne parla bene.


Caso n.1: Manhunt 2.
Accusa: troppo violento e disturbante.
Condanna: divieto di commercializzazione in Inghilterra e (plausibilmente) Irlanda dove il titolo è in fase di valutazione.

Strano. Proprio nel momento in cui T2, a causa di qualche problemino (vedi perdite nette per 50 milioni di $ e ricavi in calo di oltre il 22%) sforbicia il suo managment europeo (Italia compresa) e avoca alla sede di Ginevra tutto il marketing e la comunicazione, arriva la bomba che traghetterà la compagnia americana fino all’uscita di GTA 4.
La domanda ora è: con un ban grosso così appiccicato alla reputazione di un titolo già notoriamente controverso, il giocatore medio inglese, notoriamente incline a spendere abbastanza per i videogiochi, quanto potrà desiderare di averne una copia, magari acquistata su Internet o altre vie commerciali? E quanto potrà crescere l’hype negli altri Paesi che, sulla scorta dell’esempio british, si prenderanno la briga di esaminare il gioco? Quante campanelle faranno salivare i cani di Pavlov?


Caso n.2: Law & Order
Accusa: presenza di un’immagine che ricorda una tragedia.
Condanna: pending, ma in Usa ne è stato chiesto il ritiro.


Strano anche qua. Ed è strano che queste cose siano strane. La mamma di un bimbo, ucciso da due amichetti (ripresi da una videocamera di sorveglianza) ha mosso i primi passi per chiedere il ritiro del titolo dagli scaffali perché, nel gioco, ci sarebbe un’immagine che ricorda quella che ha consentito di arrestare i giovanissimi assassini. Ora, premesso il rispetto dovuto a chiunque sia stato colpito da una tragedia di queste proporzioni, dubito fortemente che la signora sia un’appassionata di videogame, segua tutte le uscite e le preview di un mercato schizofrenico come quello dei videogame. Qualcuno le ha mandato la notizia. Qualcuno le ha mostrato l’immagine. La domanda sbagliata è “Chi è stato?”, quella giusta potrebbe essere “era davvero necessario citare la realtà in modo così preciso?”. Francamente non lo so…


Penso piuttosto che dopo aver inseguito l’attenzione dei media per anni, una volta raggiunto l’obiettivo di debba utilizzare il risultato nella maniera migliore, evitando cadute di stile (leggi: coglionate) di questa entità. E non mi vengano a dire che c’è la libertà d’espressione, che è tutta una questione di fantasia, che il videogioco non riprende il reale. God of War non è reale. Ray Man non è reale. Law & Order, così come C.S.I. (stesso produttore, Legacy Games, ma publisher e distributore diversi in Italia) o i titoli basati sulla Guerra del Golfo si.


Ad majora.

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